Insulino-resistenza e crononutrizione

Come spesso dico in consulenza, l’insulino-resistenza è una condizione “democratica”, ovvero può riguarda tutti noi, chi più chi meno, chi da giovane chi da grande. Noi sopravviviamo grazie al glucosio e il nostro corpo spende tante energie per regolare finemente il livello della glicemia attraverso meccanismi molecolari di cui l’insulina è la principessa indiscussa. L’insulina è uno degli ormoni più importanti di questo straordinario processo, che permette al glucosio di entrare nelle cellule per poter essere utilizzato come carburante e, se necessario, regola la produzione di glucosio dal grasso e dalle proteine. Molti di noi hanno sperimentato una leggera insulino-resistenza: smettere di fare sport, avere una gravidanza, fare una certa cura farmacologica ci avrà fatto sperimentare l’accumulo di grasso sul tronco (braccia, fianchi e pancetta) e magari abbiamo anche sperimentato il rispristino della sensibilità insulinica dimagrendo. Quindi sappiamo bene che controllando lo stile di vita abbiamo la possibilità di tenerla a bada (con più o meno difficoltà a seconda di vari fattori, genetici e non) e così di abbassare le probabilità di sviluppare un diabete di tipo 2 e altre patologie croniche che fondano le basi sull’insulino-resistenza, senza dimenticare lo stretto legame che è stato dimostrato tra insulino-resistenza e declino cognitivo.

La corretta alimentazione, l’attività fisica e la gestione dello stress sono potenti armi contro l’insulino-resistenza.

Qui vi presento un’altra arma che ci offre la scienza per contrastarla: il rispetto della cronobiologia.

Il nostro sistema circadiano è costituito da un orologio molecolare centrale, situato nel nucleo soprachiasmatico ipotalamico, e da orologi periferici situati nei muscoli, nel tessuto adiposo, nel pancreas, nell’intestino e nel fegato. L’orologio centrale regola l’introito di cibo, la spesa energetica e la sensibilità insulinica di tutto il corpo e questa regolazione viene effettuata di concerto con il funzionamento degli orologi periferici. Per esempio, l’orologio molecolare che si trova nell’intestino regola l’assorbimento del glucosio e quelli presenti nei muscoli, nel tessuto adiposo e nel pancreas regolano la sensibilità insulinica periferica. Una comunicazione “asincrona” tra i vari componenti del sistema circadiano, come un alterato ritmo sonno-veglia, un alterato introito calorico, causati da fattori genetici, ambientali o comportamentali, porta ad insulino-resistenza.

Cosa fare per mantenere sano il sistema circadiano:

corretta esposizione alla luce durante il giorno (se non è possibile esporsi adeguatamente alla luce naturale, ricorrere alla luce artificiale, in commercio si trovano varie soluzioni);

regolare il ciclo sonno-veglia, curando l’insonnia e le apnee notturne;

fare regolarmente colazione, non pranzare tardi ed effettuare una cena leggera (per i turnisti, sono necessarie indicazioni più specifiche in base alla tipologia di turnazione lavorativa).

Una curiosità dalla scienza che dimostra lo stretto legame tra sistema circadiano ed insulino-resistenza: la nobiletina, flavonoide presente nella buccia di arance e mandarini, ripristina l’insulino-resistenza in topi transgenici agendo proprio sulle proteine dell’orologio biologico. La speranza è che la comprensione di questi meccanismi porti a cure efficaci per il diabete di tipo 2 (e non solo). Nel frattempo, usiamo tutte le nostre conoscenze per prevenirlo!

Iolanda Ricci



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