Reflusso Gastroesofageo

Molti di noi hanno avuto occasionalmente problemi digestivi, come il reflusso gastroesofageo, ad esempio dopo un pasto più abbondante del solito. Gli episodi sporadici di reflusso non necessitano di particolare attenzione, ma quando i sintomi sono frequenti o quando sono accompagnati anche da bruciore di stomaco o dolore retrosternale oppure abbiamo risvegli notturni per colpa della cattiva digestione, allora è arrivato il momento di parlarne con il proprio medico di riferimento.

Se la diagnosi è di Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo (o MRGE), oltre all’eventuale terapia farmacologica prescritta dal medico e per prevenire il ritorno della sintomatologia, è possibile imparare a riconoscere quali sono gli alimenti che scatenano il reflusso e adottare delle semplici misure di igiene alimentare.

Cos’è la MRGE?

La MRGE è una malattia dell’apparato digerente che coinvolge principalmente lo stomaco. I succhi gastrici, il cibo e i liquidi risalgono verso l’esofago. E’ una condizione che può riguardare persone di qualsiasi età, anche bambini ed adolescenti, e può essere dovuta a diverse cause, che verranno indagate dal gastroenterologo. Una MRGE non trattata può causare problemi di salute come infiammazione dell’esofago (esofagite), problemi respiratori come l’asma, liquido nei polmoni, catarro e respiro sibilante e polmoniti.

Riconoscere i sintomi

Il sintomo più comune è il bruciore di stomaco, ma non tutti i pazienti con MRGE lo presentano. Altri sintomi possono essere alito cattivo, tosse, dolore addominale, nausea o vomito. Con il passare del tempo possono comparire difficoltà di deglutizione e erosione dentale. Alcuni pazienti si accorgono di soffrire di MRGE solo dopo aver avuto aritmie cardiache, come le comuni extrasistoli e, dopo aver accertato con il cardiologo che il cuore è in salute, la causa potrebbe essere la MRGE.

Prevenire la MRGE con stile di vita e alimentazione

I consigli di tipo igienico sono forse quelli più importanti, sia in caso di sintomi che per prevenire le ricadute, e potrebbero essere:

– fare un’adeguata attività fisica,

– smettere di fumare,

– regolare il peso corporeo,

– indossare abiti comodi e non stretti, per ridurre la pressione endoluminale;

– dormire con il materasso leggermente rialzato dal lato della testa, per esempio mettendo sotto il materasso un cuscino o una coperta ripiegata al fine di alzarlo di 10-15 cm. Evitare di usare in alternativa due cuscini;

– fare pasti piccoli e frequenti, per evitare pasti abbondanti che possano distendere troppo lo stomaco e per mantenere una buona motilità intestinale;

– effettuare pasti asciutti, evitando brodi, minestre, passati e vellutate, almeno fino alla fine dei sintomi;

– bere acqua non gasata e lontano dai pasti, evitando così di riempire troppo lo stomaco, di diluire i succhi gastrici con rallentamento della digestione.

Da un punto di vista prettamente nutrizionale, non esistono restrizioni dietetiche particolari e le raccomandazioni dietetiche hanno come obiettivo la diminuzione della secrezione acida dello stomaco o l’ottimizzazione del corretto svuotamento gastrico.

La prima regola è imparare a riconoscere quali sono gli alimenti che provocano il peggioramento dei sintomi.

Alcuni consigli generali, da personalizzare da caso a caso, possono essere:

– evitare la assunzione frequente di latte, perché 2-3 ore dopo la sua ingestione stimola le secrezioni acide;

– la secrezione acida viene stimolata anche da caffè e spezie; pertanto è consigliabile ridurre, compatibilmente con la tollerabilità individuale, caffeina ed altre bevande con metilxantina (caffè, tè, coca cola, cioccolato);

– preferire pasti piccoli e frazionati nel corso della giornata per migliorare la motilità della colecisti e ridurre il rischio di sovrassaturazione in colesterolo della bile (prevenzione della colelitiasi – calcoli della colecisti);

– limitare bevande gassate, bevande fredde o troppo calde;

– sconsigliati brodo di carne, estratti per brodo, estratti di carne, minestre già pronte con tali ingredienti;

– limitare la frutta secca;

– limitare le fritture in quanto aumentano il contenuto di acreolina, che peggiora l’infiammazione della mucosa;

– sconsigliati i formaggi piccanti e fermentati e gli insaccati (mortadella, salame, salsiccia, pancetta, coppa, cotechino, zampone);

– preferire pane ben cotto, crackers, fette biscottate;

– scegliere frutta matura e verdura di stagione, variando la qualità per garantire un adeguato introito di vitamine e sali minerali;

– prediligere preparazioni semplici;

– preferire grassi vegetali (olio extravergine di oliva);

– limitare alcol, alcolici e superalcolici;

– le fibre insolubili presenti nelle farine integrali aumentano la secrezione gastrica, perciò gli alimenti integrali vanno consumati con moderazione, magari alternati a pane bianco e pasta di semola.

 

Dott.ssa Iolanda Ricci

Biologa Nutrizionista



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